Nuove buone notizie per i dati macro economici statunitensi. Stando a quanto asseriscono gli ultimi aggiornamenti statistici, infatti, l’ISM non manifatturiero nel corso del mese di febbraio è cresciuto a quota 57,6 punti contro i 56,5 punti del precedente mese di gennaio, toccando così i massimi livelli da ottobre 2015 a questa parte.
Peraltro, si noti come la positività del dato non riguardi solamente l’elemento statistico complessivo, bensì anche lo spaccato dell’indagine, che risulta essere molto positivo, con la produzione a 63,6 punti, per un livello che è il massimo da febbraio 2011 a oggi, da 60,3 punti. Migliorano anche i nuovi ordini, che arrivano a 61,2 punti da 58,6 punti, così come gli ordini inevasi a 54 punti da 50 punti, gli ordini all’export a 57 punti da 48 punti, l’occupazione a 55,2 punti da 54,7 punti.
L’impressione complessiva che è possibile ottenere da queste analisi è che le indagini stiano fornendo ampie sorprese positive, sia a livello regionale sia a livello nazionale. Ad ogni modo, almeno per il momento i dati di attività sono meno brillanti rispetto a quanto precedentemente indicato dalle valutazioni delle indagini, e le indicazioni per la crescita del PIL nel primo trimestre 2017 non hanno manifestato alcun segnale di accelerazione rispetto a quanto era stata rilevata a titolo di variazione del 4 trimestre, ovvero un incremento di 1,9 punti su base trimestrale annualizzato.
Infine, si rammenta come il contributo negativo del canale estero, un probabile rallentamento dei consumi, la debolezza della spesa per costruzioni, per ora stanno condizionando il dato verso una crescita marginalmente al di sotto del 2 per cento trimestre su trimestre annualizzato (la stmia nowcasting dell’Atlanta Fed è per il momento ferma a 1,8 per cento trimestre su trimestre annualizzato).