Il ministro russo dell’energia Alexander Novak ha dichiarato martedì scorso che il prezzo del petrolio, che è sceso di oltre un terzo in questo trimestre, diventerà più stabile nella prima metà del 2019.
L’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) e altri grandi produttori di petrolio guidati dalla Russia hanno infatti deciso all’inizio di questo mese di ridurre la loro produzione combinata di greggio di 1,2 milioni di barili al giorno a partire da gennaio, al fine di contenere il calo dei prezzi del petrolio.
“Penso che nel corso del primo semestre, grazie agli sforzi congiunti, che sono stati confermati dall’OPEC e dai paesi non OPEC questo dicembre, la situazione sarà più stabile, più equilibrata”, ha detto Novak in un’intervista su Rossiya-24 TV. Novak ha anche detto che non ci sono proposte per una riunione straordinaria con l’OPEC, e ha attribuito il calo dei prezzi del petrolio a fattori macroeconomici.
“Questi sono i fattori fondamentali: il calo della domanda in inverno e, naturalmente, la macroeconomia in quanto abbiamo assistito ad un calo dell’attività economica globale alla fine dell’anno e ad un crollo del mercato azionario”, ha detto.
Ad ogni modo, sebbene sia vero che non ci sono riunioni straordinarie programmate da parte dell’OPEC nel breve termine, è anche vero che alcuni membri della stessa organizzazione (Arabia Saudita in testa) hanno già annunciato di essere pronte a fare “qualsiasi cosa sia necessaria” per poter permettere al prezzo del greggio di trovare una situazione di equilibrio. Monitorare i prezzi del greggio sarà dunque fondamentale per poter cercare di capire cosa accadrà tra qualche settimana o tra pochi mesi.