Negli Stati Uniti, in attesa che si concluda con una decisione sui tassi la riunione di politica monetaria del FOMC (gli auspici sono tutti per un incremento di 25 punti base dei tassi fed funds), il focus va ai dati macro, a partire dalle vendite al dettaglio che dovrebbero dare il polso riguardo l’evoluzione dei consumi. Il consenso punta a una prosecuzione della crescita in novembre anche se a ritmi più modesti, con un rallentamento atteso da +0,8 per cento a +0,3 per cento mese su mese per l’indice headline e da 0,6 per cento a 0,4 per cento mese su mese per il dato core, al netto di auto e carburanti.
Per quanto concerne invece il dato relativo alla spesa delle famiglie, il valore si conferma in questa fase il principale motore dell’economia e, se confermati, i dati mostrerebbero una dinamica robusta per il finale d’anno. Meno incoraggianti appaiono peraltro i segnali dai settori produttivi con la produzione industriale proiettata in contrazione a novembre dal +0,0 per cento mese su mese precedente a -0,3 per cento mese su mese. Il dettaglio delle componenti dovrebbe mostrare una flessione anche per l’attività nel manifatturiero, vista a -0,2 per cento mese su mese in novembre dopo il +0,2 per cento mese su mese di ottobre. Infine sul fronte degli indici di prezzo il PPI dovrebbe far registrare modeste pressioni al rialzo in novembre con una timida accelerazione sia per la misura headline (proiettata da 0,8 per cento su base mensile a 0,9 per cento su base annua) che per quella core, vista a +1,3 per cento dal +1,2 per cento su base annua precedente.
Di interesse saranno infine le indicazioni del FOMC sul 2017: un anno che si preannuncia particolarmente aleatorio e di difficile prevedibilità.