Sentirsi ansiosi e tesi per un nuovo lavoro, un esame, un appuntamento… è del tutto normale. Quel che tuttavia non era ben noto è che per poter scaricare un po’ di ansia è spesso sufficiente giocare a Tetris. Vi sembra strano?
In realtà, non lo è. Anzi, a conferma di ciò arriva una recente ricerca da parte dell’Università della California, secondo cui giocare al celebre videogioco (vi ricordate? È quello in cui alcuni blocchetti colorati cadono dall’alto in maniera sempre più veloce e complessa, inducendovi a realizzare delle file complete) aiuta ad alleviare le sensazioni negative nei periodi di attesa ansiosa.
Nel dettaglio, Tetris permetterebbe di favorire un “flusso”, ovvero uno stato mentale in cui si è talmente concentrati su un’attività (come quella del gioco con Tetris) da perdere la cognizione del tempo e del mondo esterno.
Naturalmente, i modi per poter favorire questo flusso sono numerosi: lo si può potenzialmente raggiungere con qualunque tipologia di attività, ma se quest’ultima è troppo semplice si finisce per annoiarsi, mentre se è troppo complessa ci si ritrova in uno stato di frustrazione.
Per questo motivo è fondamentale “trovarsi nel flusso” sapendo che questo “richiede un delicato equilibrio” – ha spiegato Kate Sweeny, che ha guidato la ricerca. “È più facile con le attività che richiedono un certo impegno, ma non troppo, che hanno obiettivi chiari e raggiungibili e che forniscono a chi le sta facendo un feedback regolare sui suoi progressi”.
Peraltro, per arrivare ai risultati desiderati la ricercatrice ha chiesto a 290 studenti di compilare un questionario sulla loro personalità. Li ha poi fotografati e ha detto loro che sarebbero stati valutati in base alla loro bellezza fisica. Poi, mentre la presunta valutazione era in corso, ha domandato loro di giocare a Tetris per 10 minuti, per poi sottoporli ad un altro test compilativo in cui venivano misurati i loro livelli di flusso, di preoccupazione e di emozione.
Ebbene, è stato rilevato che i soggetti che avevano dichiarato di aver raggiunto uno stato di flusso hanno anche provato meno emozioni negative rispetto agli altrui membri del gruppo.