All’interno della ricca normativa sulla sicurezza sul lavoro, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (d’ora in poi, RSPP) è certamente uno dei più importanti. Come consigliato dalle aziende che offrono il servizio, come ad esempio Soluzioni Srl, il datore di lavoro, nei casi previsti dalla legge, potrà affidare l’incarico RSPP esterno, assegnando dunque le incombenze a un “professionista” esterno della sicurezza sul lavoro, rispetto all’individuazione interna. Ma chi è e cosa fa il RSPP?
Innanzitutto, giova ricordare come la disciplina del RSPP sia contenuta principalmente nel Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che già all’art. 2 informa come il RSPP sia una persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’art. 32 dello stesso Testo, designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per poter coordinare il servizio di prevenzione e di protezione dai rischi.
L’art. 34 del Testo Unico stabilisce invece che è lo stesso imprenditore a ricoprire il ruolo di RSPP (non essendo pertanto necessario designare un’altra figura) solamente nel caso in cui l’industria e l’impresa artigiana non superi i 30 dipendenti, l’azienda agricola e/o zootecniche non superi i 10 dipendenti, l’impresa ittica non superi i 20 impiegati e le altre imprese non catalogabili nei punti di cui sopra non superino i 20 dipendenti.
Ne deriva che in tutti gli altri i casi il datore di lavoro dovrà nominare un RSPP fra i suoi dipendenti, oppure affidarsi a un consulente esterno alla propria organizzazione.
Chiarito quanto precede, compiamo un piccolo passo indietro per tornare all’art. 32 del Testo, che individua quali sono i requisiti degli addetti alla prevenzione e alla protezione dei rischi. In particolare, viene sancito come il RSPP debba essere in possesso almeno di un diploma di scuola secondaria superiore e di un attestato di frequenza di un corso di formazione specifico per RSPP, o un titolo di studio per una delle lauree previste dal decreto 81/08 (che esclude la necessità di frequentare un corso di formazione), o ancora aver svolto per almeno sei mesi la stessa funzione presso altre aziende certificate dal datore di lavoro.
Il successivo art. 33 si occupa invece di definire quali siano i compiti che deve svolgere un RSPP. Quello che è probabilmente il più importante è legato all’individuazione dei fattori di rischio: un’attività che il Responsabile dovrà effettuare insieme al datore di lavoro, arrivando poi alla redazione di un documento di valutazione dei rischi, che risulta essere obbligatorio per legge, tanto che la sua mancanza può essere determinante di sanzioni anche particolarmente gravi.
Infine, una volta che avrà valutato i rischi, il RSPP dovrà pianificare e programmare le misure di sicurezza finalizzate a garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori, e la verifica dell’applicazione delle stesse. Tra gli altri compiti che ricadono sulla testa del RSPP, anche la partecipazione alle riunioni che hanno come oggetto la sicurezza aziendale, che siano organizzate dall’imprenditore. Ricordiamo altresì come il RSPP sia tenuto al segreto professionale, durante tutto il proprio mandato, su tutte le materie che riguardano la propria filiera lavorativa.