Un bicchiere di troppo può costare caro, e portarci in una condizione di ubriacatura, nella quale si tendono a perdere i freni inibitori con… un vasto ventaglio di conseguenze: buonumore e sicurezza da una parte, aggressività o depressione dall’altra. Ma perché?
La soglia che separa la sobrietà dall’ubriacatura oscilla generalmente tra lo 0,05 e lo 0,06% di concentrazione di alcol nel sangue, valori oltre i quali si inizia a percepire la “sbornia”. Se non si oltrepassa questo limite, invece, l’alcol si limita a favorire il rilascio di endorfine e il relax, attenuando le attività responsabili di stress e inibizione.
Insomma, bere non fa male ma… fa male esagerare, ricollocandosi sopra le soglie che abbiamo rammentato. Se infatti si va oltre, l’alcol in eccesso viene smaltito solo in piccola parte dall’apparato respiratorio e da quello urinario. Il 90% del lavoro tocca invece al “povero” fegato, che trasforma l’etanolo in acetaldeide e quest’ultima nell’acido acetico, smaltibile con le urine.
Ebbene, proprio nella fase di trasformazione si verifica l’hangover, considerato che è qui che si formano le sensazioni di nausea e mal di testa, determinate dalla permanenza nel nostro corpo dell’acetaldeide.
Detto ciò, al fine di capire per quale motivo l’alcol produca gli effetti che molti di voi avranno certamente sperimentato, ricordiamo che questa sostanza impatta principalmente su due neurotrasmettitori, limitando l’azione del glutammato (che si occupa di “eccitare” il cervello) e potenziando quella dell’acido gamma-amminobutirrico (GABA-A), neurotrasmettitore inibitorio. Il glutammato a sua volta interferisce con la corteccia prefrontale, e dunque con la capacità di risolvere problemi, controllare le emozioni e fare valutazioni oggettive. È proprio in virtù di quanto sopra che bere alcolici potrebbe farci sentire più sicuri e più pronti alle relazioni, abbattendo quelle barriere che spesso possono essere avvertite nel momento in cui ci si imbatte in una nuova persona. Attenzione, però, a non esagerare!